“Anche questo inverno è finito. E’ stato freddo, lungo e doloroso. Non faceva così freddo da molti anni. Quel maledetto si è portato via due dei più cari amici; il primo a dicembre poco prima di natale, l’altro a metà gennaio quando ha nevicato tanto. Sembrava non smettesse più. Sono rimasto chiuso in casa per tre giorni perchè neve e vento avevano bloccato la porta di casa. Ho pregato tanto in quella settimana e ringraziando Dio, mia figlia con l’aiuto dei vicini mi ha soccorso. Per fortuna che a casa avevo un po’ di pane e un pezzo di formaggio.”
Queste sono le parole pronunciate dal signor Donato di Corleto Perticara, sussurrate durante una delle prime soleggiate primaverili. Con la sua voce tremolante e con la mano a coprire gli occhi dalla gran luce mi racconta di quei giorni terribili nei quali la neve, accumulata dal vento, lo ha costretto per tre notti ad un isolamento forzato. Il sig. Donato racconta di aver terminato la sua piccola scorta di legna da ardere (la sua unica fonte di riscaldamento) il secondo giorno di prigionia e per riuscire a riscaldarsi si è infilato nel letto indossando quasi tutti i vestiti che aveva in casa. Sorride mentre mi racconta di quando lo hanno trovato in casa con tutti quegli abiti addosso.
Ho l’impressione che il sig. Donato parli piano come se non volesse farsi sentire da lui: “il terribile inverno”; quasi come se potesse tornare nuovamente. Ma io lo rassicuro e gli sussurro: “Non preoccuparti. L’inverno è finito”.